Una notizia inquietante viene dall'edizione on line del giornale francese Le progrés: a Lione si cerca di incrociare i virus H1N1 e H5N1 dell'influenza (A Lyon on essaie de croiser les virus H1N1 et H5N1 de la grippe), ovvero i virus della suina (molto contagiosa e poco pericolosa) e dell'aviaria (poco contagiosa ma con un alto tasso di mortalità).
La realizzazione di tale lavoro, si specifica nell'articolo, "è stata decisa e avallata a livello ministeriale", e quindi abbiamo la certezza che questi apprendisti stregoni, questi scienziati dissennati che vogliono ricoprire il ruolo di dei creatori (di agenti infettivi) sono incoraggiati, e appoggiati dallo stesso governo che ha deciso di portare avanti una simile criminale sperimentazione.
Cosa potrebbe succedere se l'agente infettivo, una volta creato sfuggisse alle misure di sicurezza? Il precedente dei vaccini per la normale influenza stagionale contaminati col virus dell'influenza aviaria è già di per sè inquietante e non fa presagire niente di buono (in quel caso per fortuna morirono solo alcune innocenti cavie di laboratorio e scattò l'allarme che portò al blocco del materiale contaminato).
Ma il quadro si fa molto pià fosco se teniamo presente che uno dei virologi impegnati in tale lavoro è nientemeno che Bruno Lina, segnalato dal quotidiano Le parisien per i suoi conflitti d'interessi nella questione dei vaccini per l'influenza suina:
Ricordiamo che di recente l'OMS si è lamentata del fatto che le informazioni circolate su internet hanno messo in crisi la campagna di vaccinazione di massa contro la suina, che i suoi dirigenti hanno confessato di non avere previsto che la gente avrebbe deciso di rifiutare tali vaccini, che da tempo le istituzioni sanitarie lanciano allarmi sulla possibile mutazione del virus H1N1 e sulla sua possibile ricombinazione genetica con quello dell'aviaria, e che alcuni tipi di vaccini contro la suina contenevano materiale genetico del virus dell'aviaria.
Il quadro a questo punto si fa inquietante.
Nel migliore dei casi viene da pensare che le multinazionali produttrici di vaccini vogliono fare il bis per l'anno prossimo, con la creazione di un nuovo agente infettivo pandemico influenzale, ma questa volta molto pericoloso. La paura di un agente infettivo di tale sorta potrebbe vincere la resistenza della gente a farsi vaccinare con vaccini sperimentali e altamente tossici contenenti mercurio e squalene e permettere alle aziende di fare ancora una volta soldi a palate nonostante la magra figura fatta con la bufala della pandemia di influenza suina e dei vaccini ad essa relativi (centinaia di milioni di dosi dei quali, fortunatamente inutilizzate, stanno adesso finendo al macero).
Nel peggiore dei casi possiamo pensare che il progetto sia ancora molto più pericoloso e insidioso, dal momento che la decapitazione della classe dirigente polacca (che aveva rifiutato a ragione sia di aderire all'euro che di portare avanti la vaccinazione contro l'influenza suina) potrebbe essere un segnale molto forte a chi disobbedisce ai voleri delle élite criminali che cercano di realizzare il Nuovo Ordine Mondiale.
Tolti di mezzo questi fastidiosi oppositori, potrebbe essere molto più facile per le élite occulte che manovrano la politica mondiale creare una nuova pandemia artificiale questa volta molto più pericolosa, con lo scopo di indurre l'OMS e i governi non solo a ordinare vaccinazioni di massa obbligatorie, ma anche a varare legislazioni di emergenza ed eventualmente imporre la legge marziale.
Speriamo sempre che questi nostri siano timori infondati, ma i precedenti non fanno ben sperare, e l'osservazione del cielo ormai quasi quotidianamente oscurato o velato dalle scie chimiche non promette niente di buono: chi ci governa ci sta deliberatamente avvelenando e queste campagne di vaccinazioni per le "pandemie" sono una parte del loro piano scellerato che si avvale anche del codex alimentarius.
Ricordiamoci però che la prima volta li abbiamo fermati o almento abbiamo fortemente contenuto i danni: grazie anche al nostro lavoro sulla rete solo una minoranza di persone si è fidata e si è fatta vaccinare contro l'influenza suina. Diamoci da fare a diffondere queste informazioni e cerchiamo di farlo per tempo. Se giochiamo di anticipo ce la possiamo fare ancora una volta. Del resto sembra che ci sia qualcuno da qualche parte che ci assiste e cerca di dare una mano a questa povera umanità; speriamo bene e continuiamo a denunciare queste sporche manovre.
Qui di seguito la traduzione del summenzionato articolo di Olivier Saison del 18 marzo 2010:
A Lione si cerca di incrociare i virus H1N1 e H5N1 dell'influenza
Nel cuore del P4, un laboratorio di massima sicurezza, un esperimento in corso cerca di determinare le condizioni d'ibridazione di due virus. Il primo si propaga rapidamente ma ha una bassa mortalità, il secondo è poco contagioso ma spesso mortale.
Da tre settimane il laboratorio P4 di Lione ha interrotto qualsiasi altra manipolazione. Questo laboratorio di massima sicurezza - non ne esiste che uno in Francia ed una ventina nel mondo - si concentra attualmente su un esperimento ad alto rischio: dei tentativi di incrocio tra il nuovo virus H1N1 e quello dell'influenza aviaria, l'H5N1. Il primo si diffonde facilmente ed ha una bassa mortalità, il secondo si diffonde difficilmente ed ha un'alta mortalità.
«Si cerca di comprendere, infettando una cellula con due virus, quali siano le condizioni determinanti a livello genetico che permetterebbe loro i scambiare i loro geni (notoriamente all'interno dei maiali - NDR)» riassume il virologo Bruno Lina, che dirige dirige i lavori sull'influenza A in questo laboratorio dell'Inserm. Tre biologi della sua équipe sono stati distaccati per effettuare questi eperimenti decisi ed avallati a livello ministeriale. Provvisti di passaporti specifici, essi sono assistiti da una mezza dozzina di tecnici impiegati presso il laboratorio. «Tutte le manipolazioni si fanno in scafandro ed obbediscono a dei regolamenti molto restrittivi» assicura Bruno Lina.
Se l'esperimento è legato al Centro Nazionale di controllo dei virus influenzali che quest'ultimo [Bruno Lina - N.dT.] dirige, la finalità non sarebbe, a suo dire, quella di arrivare ad un vaccino, ma solo di ottenere alcune informazioni: «Perché fabbricare un vaccino contro un virus che non esiste?» O non esiste ancora. I primi risultati non si avranno prima di due mesi e serviranno a stabilire quale prosecuzione dare a questa operazione dal budget (provvisorio) di 200.000 euro. Per adesso, «si è fatto qualche tentativo, ma non si è ottenuto che qualche risultato preliminare» aggiunge il virologo. Se è troppo presto per dedurne qualcosa riguardo alla probabilità del'apparizione di un tale mostro virale, «al momento il rischio sembra piccolo» ci confida. E conclude dicendo: «Questa è una buona notizia».
Olivier Saison
H1N1: attendendo la seconda ondata
Se i mass media sembrano per il momento avere finito con l'influenza A, non si può dire altrettanto per i nostri organismi. «E' una certezza, ci sarà ben presto una nuova ondata epidemica» stima Bruno Lina, direttore del Centro Nazionale di controllo dei virus influenzali. «O il virus H1N1 si trasformerà in un virus stagionale e questa epidemia avrà allora un impatto moderato, oppure scatterà una seconda ondata l'inverno prossimo» prosegue. Seconda ondata che potrebbe avere un impatto più importante, come era successo nel caso delle epidemie influenzali degli inverni 1957 (H2N2) et 1968 (H3N2): «E' stato in occasione delle seconde ondate, nell'inverno del 58 e nell'inverno del 69, che c'è stato il maggior numero di decessi» ricorda il virologo. Anche «se niente è logico con questa influenza, bisogna quanto meno tenere a mente queste cose». Senza essere allarmista, il ricercatore mantiene anche un occhio sul virus dell'aviaria H5N1 (287 decessi su 486 casi registrati in tutto il mondo) che, constata, «sembra un poco riprendere forza». Come testimoniano i cinque nuovi casi registrati in Egitto.
articolo originariamente pubblicato sul blog scienzamarcia
La realizzazione di tale lavoro, si specifica nell'articolo, "è stata decisa e avallata a livello ministeriale", e quindi abbiamo la certezza che questi apprendisti stregoni, questi scienziati dissennati che vogliono ricoprire il ruolo di dei creatori (di agenti infettivi) sono incoraggiati, e appoggiati dallo stesso governo che ha deciso di portare avanti una simile criminale sperimentazione.
Cosa potrebbe succedere se l'agente infettivo, una volta creato sfuggisse alle misure di sicurezza? Il precedente dei vaccini per la normale influenza stagionale contaminati col virus dell'influenza aviaria è già di per sè inquietante e non fa presagire niente di buono (in quel caso per fortuna morirono solo alcune innocenti cavie di laboratorio e scattò l'allarme che portò al blocco del materiale contaminato).
Ma il quadro si fa molto pià fosco se teniamo presente che uno dei virologi impegnati in tale lavoro è nientemeno che Bruno Lina, segnalato dal quotidiano Le parisien per i suoi conflitti d'interessi nella questione dei vaccini per l'influenza suina:
Ci sono altri comitati all'interno dell'OMS, uno dei quali ha l'incarico di informare Margaret Chan sull'evoluzione della pandemia. Il francese Bruno Lina dirige tale comitato. Questo virologo è pagato per vari programmi che porta avanti per conto delle aziende che producono i vaccini (Baxter, Sanofi, Novartis, GSK).Dopo tutte le morti avvenute in seguito a tale campagna di vaccinazione di massa e dopo tutte le altre pericolose reazioni avverse manifestatesi in seguito all'inoculazione del vaccino contro l'influenza suina, ben sapendo che l'OMS è un ente pesantemente "infiltrato" da persone al soldo delle aziende produttrici di vaccini che sono presenti nelle varie commissioni dell'OMS che si occupano delle campagne di vaccinazioni, vengono i brividi al pensiero che un virologo sul libro paga delle grandi aziende produttrici di vaccini faccia esperimenti volti a creare un virus contagioso come quello della suina e pericoloso come quello dell'aviaria.
BRUNO LINA
Francese, presidente di un comitato tecnico dell'OMS, virologo del francese CNRS [Consiglio Nazionale delle Ricerche], pagato anche da Roche, Novartis, GSK e Sanofi-Pasteur. Membro anche del francese "Comitato di lotta contro l'influenza suina".
Ricordiamo che di recente l'OMS si è lamentata del fatto che le informazioni circolate su internet hanno messo in crisi la campagna di vaccinazione di massa contro la suina, che i suoi dirigenti hanno confessato di non avere previsto che la gente avrebbe deciso di rifiutare tali vaccini, che da tempo le istituzioni sanitarie lanciano allarmi sulla possibile mutazione del virus H1N1 e sulla sua possibile ricombinazione genetica con quello dell'aviaria, e che alcuni tipi di vaccini contro la suina contenevano materiale genetico del virus dell'aviaria.
Il quadro a questo punto si fa inquietante.
Nel migliore dei casi viene da pensare che le multinazionali produttrici di vaccini vogliono fare il bis per l'anno prossimo, con la creazione di un nuovo agente infettivo pandemico influenzale, ma questa volta molto pericoloso. La paura di un agente infettivo di tale sorta potrebbe vincere la resistenza della gente a farsi vaccinare con vaccini sperimentali e altamente tossici contenenti mercurio e squalene e permettere alle aziende di fare ancora una volta soldi a palate nonostante la magra figura fatta con la bufala della pandemia di influenza suina e dei vaccini ad essa relativi (centinaia di milioni di dosi dei quali, fortunatamente inutilizzate, stanno adesso finendo al macero).
Nel peggiore dei casi possiamo pensare che il progetto sia ancora molto più pericoloso e insidioso, dal momento che la decapitazione della classe dirigente polacca (che aveva rifiutato a ragione sia di aderire all'euro che di portare avanti la vaccinazione contro l'influenza suina) potrebbe essere un segnale molto forte a chi disobbedisce ai voleri delle élite criminali che cercano di realizzare il Nuovo Ordine Mondiale.
Tolti di mezzo questi fastidiosi oppositori, potrebbe essere molto più facile per le élite occulte che manovrano la politica mondiale creare una nuova pandemia artificiale questa volta molto più pericolosa, con lo scopo di indurre l'OMS e i governi non solo a ordinare vaccinazioni di massa obbligatorie, ma anche a varare legislazioni di emergenza ed eventualmente imporre la legge marziale.
Speriamo sempre che questi nostri siano timori infondati, ma i precedenti non fanno ben sperare, e l'osservazione del cielo ormai quasi quotidianamente oscurato o velato dalle scie chimiche non promette niente di buono: chi ci governa ci sta deliberatamente avvelenando e queste campagne di vaccinazioni per le "pandemie" sono una parte del loro piano scellerato che si avvale anche del codex alimentarius.
Ricordiamoci però che la prima volta li abbiamo fermati o almento abbiamo fortemente contenuto i danni: grazie anche al nostro lavoro sulla rete solo una minoranza di persone si è fidata e si è fatta vaccinare contro l'influenza suina. Diamoci da fare a diffondere queste informazioni e cerchiamo di farlo per tempo. Se giochiamo di anticipo ce la possiamo fare ancora una volta. Del resto sembra che ci sia qualcuno da qualche parte che ci assiste e cerca di dare una mano a questa povera umanità; speriamo bene e continuiamo a denunciare queste sporche manovre.
Qui di seguito la traduzione del summenzionato articolo di Olivier Saison del 18 marzo 2010:
A Lione si cerca di incrociare i virus H1N1 e H5N1 dell'influenza
Nel cuore del P4, un laboratorio di massima sicurezza, un esperimento in corso cerca di determinare le condizioni d'ibridazione di due virus. Il primo si propaga rapidamente ma ha una bassa mortalità, il secondo è poco contagioso ma spesso mortale.
Da tre settimane il laboratorio P4 di Lione ha interrotto qualsiasi altra manipolazione. Questo laboratorio di massima sicurezza - non ne esiste che uno in Francia ed una ventina nel mondo - si concentra attualmente su un esperimento ad alto rischio: dei tentativi di incrocio tra il nuovo virus H1N1 e quello dell'influenza aviaria, l'H5N1. Il primo si diffonde facilmente ed ha una bassa mortalità, il secondo si diffonde difficilmente ed ha un'alta mortalità.
«Si cerca di comprendere, infettando una cellula con due virus, quali siano le condizioni determinanti a livello genetico che permetterebbe loro i scambiare i loro geni (notoriamente all'interno dei maiali - NDR)» riassume il virologo Bruno Lina, che dirige dirige i lavori sull'influenza A in questo laboratorio dell'Inserm. Tre biologi della sua équipe sono stati distaccati per effettuare questi eperimenti decisi ed avallati a livello ministeriale. Provvisti di passaporti specifici, essi sono assistiti da una mezza dozzina di tecnici impiegati presso il laboratorio. «Tutte le manipolazioni si fanno in scafandro ed obbediscono a dei regolamenti molto restrittivi» assicura Bruno Lina.
Se l'esperimento è legato al Centro Nazionale di controllo dei virus influenzali che quest'ultimo [Bruno Lina - N.dT.] dirige, la finalità non sarebbe, a suo dire, quella di arrivare ad un vaccino, ma solo di ottenere alcune informazioni: «Perché fabbricare un vaccino contro un virus che non esiste?» O non esiste ancora. I primi risultati non si avranno prima di due mesi e serviranno a stabilire quale prosecuzione dare a questa operazione dal budget (provvisorio) di 200.000 euro. Per adesso, «si è fatto qualche tentativo, ma non si è ottenuto che qualche risultato preliminare» aggiunge il virologo. Se è troppo presto per dedurne qualcosa riguardo alla probabilità del'apparizione di un tale mostro virale, «al momento il rischio sembra piccolo» ci confida. E conclude dicendo: «Questa è una buona notizia».
Olivier Saison
H1N1: attendendo la seconda ondata
Se i mass media sembrano per il momento avere finito con l'influenza A, non si può dire altrettanto per i nostri organismi. «E' una certezza, ci sarà ben presto una nuova ondata epidemica» stima Bruno Lina, direttore del Centro Nazionale di controllo dei virus influenzali. «O il virus H1N1 si trasformerà in un virus stagionale e questa epidemia avrà allora un impatto moderato, oppure scatterà una seconda ondata l'inverno prossimo» prosegue. Seconda ondata che potrebbe avere un impatto più importante, come era successo nel caso delle epidemie influenzali degli inverni 1957 (H2N2) et 1968 (H3N2): «E' stato in occasione delle seconde ondate, nell'inverno del 58 e nell'inverno del 69, che c'è stato il maggior numero di decessi» ricorda il virologo. Anche «se niente è logico con questa influenza, bisogna quanto meno tenere a mente queste cose». Senza essere allarmista, il ricercatore mantiene anche un occhio sul virus dell'aviaria H5N1 (287 decessi su 486 casi registrati in tutto il mondo) che, constata, «sembra un poco riprendere forza». Come testimoniano i cinque nuovi casi registrati in Egitto.
articolo originariamente pubblicato sul blog scienzamarcia
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