martedì 23 marzo 2010

Simone Angioni doppiamente smentito

Tempo fa il signor Angioni mi scrisse una mail invitandoni ad un pubblico dibattito e (sic!) ad osservare il cielo con lui.

Io ho risposto lapidariamente con due righe invitandolo a non scrivermi più, ed ho poi settato il mio programma di posta elettronica in maniera tale da bloccare ogni sua ulteriore missiva.

In realtà non si può propriamente dire che io abbia rifiutato la sua proposta, semplicemente non ne ho nemmeno discusso con quella persona; d'altronde tale "proposta" è a dir poco pretestuosa e ridicola.

Il confronto non ha senso dal momento che le prove della presenza delle scie chimiche non vanno confrontate con scritti fumosi che cercano di negarle, ma con l'osservazione del cielo. Se si guarda il cielo si scopre che le scie chimiche esistono, anche perchè spesso coprono completamente la luce del sole su quasi tutto il territorio nazionale, anche ove non ci sono corridoi aerei. Altre prove sono le scie curve e le scie continuamente interrotte che osserviamo spesso nel cielo e che non possono essere certamente formate da condensa del vapore acqueo fuoriuscito dai motori, per non parlare delle scie nere, molto più rare ma molto più eloquenti.

Il signor Angioni afferma invece che per pura coincidenza a volte un fronte umido di velature nuvolose arriva in seguito al passaggio di numerosi "velivoli civili" che lasciano scie persistenti nel cielo. Che ciò non sia vero non si evince da una discussione o da un pubblico confronto sul web o in uno studio televisivo, ma dall'osservazione diretta del cielo (del resto in fondo all'articolo potete vedere alcune immagini satellitari che mostrano come le scie si trasformino in nubi).

Quanto alla mail di Angioni essa era un semplice pretesto per scrivere un ennesimo articolo per ingannare le persone ingenue e screditare il sottoscritto, nel classico stile del CICAP.

Gli scritti di questi negazionisti delle scie chimiche servono infatti ad offrire alle persone psicologicamente deboli una scusa per non guardare il cielo con costanza e determinazione, perchè le prove dell'esistenza delle scie chimiche sono sotto gli occhi di tutti.

Ed ecco infatti alcune prove evidentissime, che il signor Angioni farà fatica a smentire, dal momento che contraddicono le sue testuali parole. Le prove consistono in un video (che potete scaricare da questo link e diffondere) ed in un documento (corredato di foto satellitari) pubblicato sul sito del servizio meteorologico britannico, nei quali vengono negate le sue affermazioni (rilasciate durante un'intervista a radiobase e ripetute poi durante la recente trasmissione di report).



Non c'è bisogno di confronti pubblici, chi nega le scie chimiche è costretto a negare l'evidenza e viene costantemente smentito non solo dall'osservazione del cielo, ma persino da altri negazionisti che (nel tentativo di negare anch'essi le scie chimiche) ci offrono le prove necessarie.

Il fatto è che qualcuno ha quantomeno un po' di pudore nel dire che sia normale vedere nel cielo scie curve, ad U ad S, dal momento che un tale tipo di traiettorie non hanno niente a che vedere col normale volo civile. C'è qualcuno invece che questo pudore non ce l'ha più, ma nell'affermare condidamente che ci siano "scie di condensa" circolari i negazionisti del servizio meteorologico britannico mettono nei pasticci qualcun altro. D'altronde non è la prima volta che tali negazionisti si contraddicano a vicenda.

Ma ecco alcuni brani tratti dall'intervista di Simone Angioni a Radiobase, che potete ascoltare nel video precedente (e di cui potete leggere la trascrizione all'indirizzo sciesardegna.it/docs/radiobase.doc)

Intervistatrice: Ecco, c'è un'altra cosa che volevo chiedere, lei giustamente mi dice ci sono queste situazioni, però mi spiega perché, secondo lei naturalmente, c'è un aereo che parte, fa una scia lunga poi si gira, torna indietro, poi si rigira, torna indietro, fa un giro, cioè, non ha nient'altro da fare quel pilota?

Simone Angioni: Beh, io fino ad oggi non ho mai visto un video che mi mostrasse un aereo che fa il suo percorso poi a un certo punto fa un giro ad U, torna indietro come se stesse in realtà passando sopra a una città, io non ho mai visto una cosa del genere, io le scie chimiche, le scie chimiche, le scie di condensa...

Le affermazioni di Angioni vengono smentite non solo dal video (ove vediamo addirittura una formazione di tre aerei che compie tale particolare inversione), ma persino da una curiosa "notizia" (una velina dei servizi di disinformazione militare riportata dai media, che ha come scopo quello di deformare la percezione della realtà per indottrinare le masse). Tale notizia (riportata e tradotta dal blog nwo-truthresearch.blogspot.com) potete leggerla nientemeno che sul sito della BBC e dell'ufficio metoeorologico britannico ai seguenti link.

http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/8309629.stm

http://www.metoffice.gov.uk/climatechange/policymakers/policy/informing-mitigation.pdf

E adesso vi lascio alla lettura dell'articolo Come le scie di condensa degli aerei (o scie chimiche?) formano le nuvole dall'ottimo blog nwo-truthresearch.



How aircraft contrails (or chemtrails?) form cloud

Ai link che trovate sopra la BBC e il MET OFFICE dichiarano che le contrail (?) [scie di condensa] di un aereo militare che vola in una traiettoria circolare hanno creato una nube a forma di cirro.

Il titolo che ha dato la BBC alla notizia è il politicamente corretto How aircraft contrails form cloud, (ovvero come le scie di condensa degli aerei formano le nuvole)

Sotto la traduzione del testo originale ad opera di nwo-thruthresearch



Immagini satellitari all'infrarosso che mostrano l'evoluzione di cirri da scie di condensa (?) sopra il Mare del Nord. (NOAA - US National Oceanic and Atmospheric Administration), NASA (National Aeronautics and Space Administration) and EUMETSAT (European Organisation for the Exploitation of Meteorological Satellites). Questa serie di immagini satellitari analizzata dal Met Office Britannico rivela come le scie di condensa derivanti da aerei possono trasformarsi in nuvole.

Lo strana linea simile ad una spira sulla destra dell'immagine è una scia di condensa lasciata da un aereo militare che vola in una traiettoria circolare.


Il Dottor Jim Haywood e i suoi colleghi del Met Office e delle Università di Leeds e Reading studiano le contrail, che sono state soffiate verso sud dai venti prevalenti e trasformate in nuvole a cirro "indotte da contrail".


Alla fine, queste diventano indistinguibili dale nuvole che sorgono naturalmente


Il Dottor Haywood e i suoi colleghi investigano l'impatto di queste nuvole fatte dall'uomo. In un articolo pubblicato nel Journal of Geophysical Research, essi descivono come questo abbia sia effetti di raffreddamento che di riscaldamento.



In primo luogo, i ricercatori dicono che la nuvola riflette la luce del sole indietro nello spazio portando ad un effetto di raffreddamento sul clima. In secondo luogo, essa previene che il calore lasci la Terra.


Gli scienziati comparano due modelli di previsione del tempo, uno che include le nuvole indotte dalle scie di condensa e un'altro no. Le loro comparazioni mostrano che le nuvole possono avere un effetto netto di riscaldamento sul pianeta.


Le domande sono:

Questo aereo militare era lì per caso e il suo pilota un pò ubriaco o il Dottor Jim Haywood stava svolgendo un esperimento insieme ai militari?

Queste scie sono contrails o chemtrails?



Che la lettura di questa notizia non tragga in inganno, gli aerei militari volano a quote intorno comprese tra i 5 ed i 6 km di altezza, ove non è possibile la formazione di scie di condensa. Di conseguenza non è possibile attribuire a voli militari nessuna "normale scia di condensa", ma solo delle anomale scie chimiche. Per questa ragione è impossibile attribuire le anomale scie ricurve o i voli in formazioni (come nel video precedente) a velivoli militari che compiono particolari manovre.

La conferma di ciò potete trovarla anche nelle parole del meteorologo tedesco Gunther Tiersch, pronunicate il 14 gennaio 2009 alla televisione tedesca ufficiale pubblica Z.D.F. (Zweites Deutsches Fernsehen - seconda rete televisiva germanica).



"… Poi abbiamo ancora qualcosa che non possiamo identificare come pioggia o neve. Qui nell’Ovest queste linee serpeggianti sono state generate probabilmente di pomeriggio sopra il mare del Nord da alcuni aerei, aerei militari e all’incirca a 5-6 km. di altitudine. Non hanno così nulla a che fare col tempo…" .




articolo originariamente pubblicato sul blog scienzamarcia

mercoledì 10 marzo 2010

Chemtrails reportage - dicembre 2009

Rieccoci qua, con il frutto del lavoro delle scorse settimane, riprese video in spazi aperti, verifica del girato, assemblaggio delle clips più significative, conseguenti considerazioni e domande.
Sono molte quelle suscitate alla sola vista di certe immagini, certo è necessario saperne un po' sull'argomento, tenendo aperta ogni ipotesi, ma limitandosi ai fatti in quanto tali e non a chi li racconta.

Ad esempio, sapendo che ad una certa quota (8000 metri) un aereo può rilasciare scie di condensa, ed ipotizzando che tutti gli aerei che volano sulle nostre teste lo siano, ci si può chiedere come mai alcuni aerei rilascino scie, mentre altri non lo facciano.

Le domande poi, nascono come funghi quando, osservando un aereo che non sta apparentemente prendendo quota, si nota che ad un certo punto esso comincia a rilasciare scie, di punto in bianco, mantenendo pressochè la medesima quota di volo.

Quote di volo, si, l'argomento del prossimo post.

Buona visione!!!

martedì 9 marzo 2010

Chemtrails riprese aeree e strane emissioni: da presunta bufala a genocidio di massa?




Non ci sono parole per descrivere quello che vedrete in questi filmati.
Per me, per noi del comitato Tanker Enemy ci sono solo conferme, le ennesime conferme.
Agli scettici ed ai negazionisti una sola domanda: ma come cazzo fate a dire contrails?
Buona visione!!!

Si ringrazia l'utente youtube ferro809 per il materiale video.



lunedì 8 marzo 2010

Iniziativa internazionale contro le scie chimiche

Protestiamo contro le scie chimiche, per mezzo di un'azione sincronizzata. Spegniamo le luci ed i televisori alla stessa ora. Agiamo contro le criminali operazioni note come "scie chimiche".

Leviamo la nostra voce affinché i governi sappiano che siamo al corrente di questa attività distruttiva. Basta con le scie chimiche! Spegniamo le luci.

Ogni domenica, alle 21:00, spegniamo le luci e tutti gli apparecchi della nostra abitazione per un minuto o più. [ PRELEVA QUI IL CODICE DEL BANNER ]

STOP CHEMTRAILS! Turn off the lights

EVERY SUNDAY, AT 09:00 P.M. TURN OFF THE LIGHTS OF YOUR HOUSE AND TURN OFF THE TELEVISION SET FOR ONE MINUTE.

Per la festa della donna

“Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini?
Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale. La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.
Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei.
Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.
Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare."

Qualunque cosa abbiate pensato, il testo, del 1945, si riferisce a Mussolini...

lunedì 1 marzo 2010

I giornalisti, le scie chimche e la polvere intelligente

dal blog scienzamarcia

Nel suo articolo Ecco la polvere che spia pubblicato sul quotidiano La Repubblica il 31 ottobre 2002, Federico Rampini descrive la polvere intelligente o "smart dust" come un pulviscolo composto di miriadi di microchip.

Di essa egli scrive che:

Il Pentagono la definisce "La tecnologia strategica dei prossimi anni" (...) Il pulviscolo intelligente è fatto di miriadi di computer microscopici. Ognuno misura meno di un millimetro cubo ma incorpora sensori elettronici, capacità di comunicare via onde radio, software e batterie.

Invisibile e imprendibile, la polvere di intelligenze artificiali si mimetizza nell'ambiente e capta calore, suoni, movimenti. Può essere diffusa su territori immensi e sorvegliarli con una precisione finora sconosciuta. Sa spiare soldati standogli incollata a loro insaputa, segnala armi chimiche e nucleari, intercetta comunicazioni, trasmette le sue informazioni ai satelliti.

Dietro la polvere intelligente c'è uno dei più potenti motori del progresso tecnologico americano, la Defense Aduanced Research Projects Agency (Darpa) che è stata all'origine di innovazioni fondamentali, compreso Internet. E' il braccio scientifico del ministero della Difesa (...)

Gli elementi di base della loro costruzione sono i Merns, micro-elactro-mecanical systems. Sono micro-computer che integrano capacità di calcolo, parti meccaniche figlie della nano-robotica, più i sensori elettronici: cioè termometri, microfoni miniaturizzati, nasi e microspie che captano movimenti o vibrazioni. (...) I progressi della miniaturizzazione rendono i micro-apparecchi sempre più affidabili e ne allungano la vita, le batterie possono alimentarsi con le variazioni di temperatura o le vibrazioni. (...) "Il risultato finale sono network invisibili disserninati nell'ambiente - spiega Bruno Sinopoli - che interagiscono fra loro e trasmettono informazioni".

(...) Come sostiene la Darpa la rivoluzione dei microsensori diffusi nell'ambiente "diventerà la primaria fonte di superiorità nei sistemi di armamento". L'obiettivo è dichiarato ufficialmente sul sito Intemet della Darpa www.darpa.mil, perché per lavorare con gli scienziati di Berkeley anche i militari devono adottate certe regole di trasparenza. Si tratta di dispiegare in massa sensori remoti per scopi di ricognizione e sorveglianza del teatro di battaglia".


L'informazióne non è stata divulgata dalla Difesa ma gli scienziati californiani non hanno dubbi: la polvere intelligente ha già fatto la sua prima apparizione su un vero campo di battaglia in Afghanistan, dove gli americani hanno cosparso nubi di smart dust sulle zone più impervie e montagnose. Il prossimo test potrebbe essere l'Iraq dove in caso di intervento militare - e anche molto prima-la polvere intelligente verrà cosparsa dal cielo e finirà mimetizzata nella sabbia del deserto per monitorare spostamenti di truppe, artiglierie o rampe dei missili Scud.


A questo punto restano ben pochi dubbi che questa polvere, tanto intelligente quanto artificiale, e sicuramente non adatta ad entrare in contatto coi sistemi respiratori degli esseri viventi, sia stata realizzata principalmente per scopi militari. Anche se alla fine dell'articolo vengono menzionati gli usi pacifici di tale tecnologia, per costruire una rete di sensori anti-inquinamento e per la prevenzione degli incendi, per disseminare sensori interni alle strutture edili che ne percepiscono le lesioni interne (causate ad esempio dai terremoti), non è detto che queste finalità pacifiche siano poi realmente innocue.

Infatti si legge nella chiusura dell'articolo che ...

Spalmata sui muri con la vernice, una miriade di micro-computer consentirà di auto-regolare la temperatura e la luminosità dell'ambiente in modo da eliminare ogni spreco di energia. Sempre che non finisca per spiare chi in casa ci abita. A finanziare ricerche sulle applicazioni della smart dust con i fondi federali non c'è più solo il Pentagono. Ora è sceso in campo anche un fondo di venture capital che nella Silicon Valley tutti conoscono bene: si chiama In-Q-Tel ed è una filiale della Cia.

Letto questo articolo magari qualcuno si chiederà come mai, a sette anni e mezzo di distanza, nel sito di wikipedia si parli ancora della polvere intelligente come di un progetto ancora lontano dalla sua possibile realizzazione pratica. Ma sappiamo bene che wikipedia è uno strumento in mano alle élite governative, che lo utilizzano per distorcere la realtà; abbiamo già visto infatti che su tale scandaloso sito vengono sfacciatamente negate le responsabilità governative negli attentati di Londra e dell'11 settembre, nonché l'esistenza delle scie chimiche.

Dal momento che con le scie chimiche vengono diffuse anche queste terribili nanostrutture sensoriali, come dimostrano gli studi della dottoressa Staninger, è facile capire perchè ciò che è ormai da tempo una realtà tecnologica venga ostinatamente considerato inesistente.

La Staninger ha fa rintracciato nei filamenti estratti dalle ferite dei malati di Morgellons (del tutto analoghi ai polimeri rilasciati con le scie chimiche) delle nanostrutture con un segmento d'oro. Sia la nota tossicologa californiana sia la giornalista indipendente Carolin Williams Palit hanno correlato la luce ultravioletta alla capacità dei nanotubi di autoassemblarsi. Alcune delle loro scoperte vengono confermate da un recente articolo (sulle nanotecnologie per rimuovere l'inquinamento) comparso su Le scienze ove si legge


(...) si è riusciti infatti a mostrare come sottili particelle di metallo e carbonio possano intrappolare goccioline di petrolio nell'acqua che si autoassemblano a decine di milioni per formare minuscole sacche sferiche. Inoltre, gli studiosi hanno trovato che la luce ultravioletta e i campi magnetici potrebbero essere utilizzati per orientare le nanoparticelle, determinando un capovolgimento delle sacche e il rilascio del loro carico, una caratteristica che potrebbe essere utile anche per la somministrazione di farmaci.

(...) in principio venivano utilizzati nanotubi di carbonio a cui venivano collegati corti segmenti di oro. Ma, secondo Ajayan, con l'aggiunta di vari altri segmenti, di nichel o di altri materiali, i ricercatori possono creare nanostrutture effettivamente multifunzionali. La tendenza di questi nanobastoni ad assemblarsi in miscele acqua-olio è dovuta alla proprietà di avere l'estremo di oro idrofilo e l'estremo in carbonio idrofobo.


Più avanti potete leggere la traduzione di un articolo comparso sull'edizione on line del New York Times ove viene confermato che i progressi nella miniaturizzazione nanotecnologica permettono alle nanostrutture sensoriali di ricaricarsi assorbendo energia dalle onde elettromagnetiche dell'ambiente circostante.

E' quindi facile ipotizzare che l'irradiazione costante ed eccessiva di onde elettromagnetiche (antenne per la telefonia mobile e per i wi-fi, più altre antenne nascoste dedicate a scopi non certo umanitari) è funzionale alla diffusione delle scie chimiche. La sinergia tra scie ed onde elettoromagnetiche è molto probabilmente dedicata ad un sofisticato progetto di manipolazione delle coscienze e controllo mentale (non si spiegherebbe altrimenti come 6 miliardi di persone possano permettere senza protestare che il sole venga cancellato e l'aria ammorbata dai prodotti chimici dispersi tramite le scie degli aerei) ma forse anche ad un progetto ancora più nefasto (ed oscuro) di manipolazione genetica (come dimenticare che le frequenze dei telefonini alterano il DNA?) tesa a trasformare la razza umana con ibridazioni tecnologiche.

Ovviamente la notizia che viene diffusa tramite l'articolo de Le Scienze serve anche a disinformare sulle reali finalità di queste tecnologie militari ed a fornire una copertura; si potrà sempre attribuire ipocritamente la scoperta di tali nanostrutture nell'ambiente a delle operazioni di bonifica, sebbene in realtà la diffusione delle nanotecnologie è un "rimedio" peggiore del male che si finge di voler combattere.

Anche l'articolo del NY. Times assolve in parte a queste finalità; se da una parte in esso si parla della polvere intelligente come di qualcosa di ancora futuribile, d'altra parte si insiste sulle applicazioni positive di tali tecnologie, cercando di convincere le persone che la diffusione di "milioni di milioni" di nanosensori nell'aria che respiriamo possa portare alla fine un beneficio, e facendoci credere persino che possa essere normale in futuro trovare sensori negli alimenti che ci informano quando essi deperiscono.

La realtà è un'altra, ormai queste odiose nanoparticelle hanno permeato l'aria che respiriamo, l'acqua che beviamo ed il cibo che ingeriamo, contribuendo all'aumento di malattie degenerative, croniche e mortali.

Ben sapendo quello che c'è dietro questa sporca storia, una lettura critica del seguente articolo risulta molto illuminante; basti tenere presente che quasi tutto ciò che in tale articolo viene considerato come futuribile o fattibile in realtà è stato già realizzato, come mostra l'articolo di F. Rampini risalente a ben sette anni e mezzo addietro.



Traduzione dell'articolo Smart Dust? Not Quite, but We’re Getting There pubblicato sull'edizione online del New York Times il 30 Gennaio 2010.


Polvere intelligente? Non ancora ma ci stiamo arrivando

di STEVE LOHR

Nell'informatica la visione precede la realtà di una decina d'anni o anche più (...)

Anni fa, alcune persone entusiaste hanno predetto l'arrivo della “polvere intelligente” (smart dust) — minuscoli sensori digitali, dispersi in tutto il mondo, capaci di raccogliere ogni sorta di informazioni e di comunicare con potenti network di computer [computer collegati in rete - N.d.T.] per monitorare, misurare e comprendere il mondo fisico in una nuova maniera. Ma questa intrigante visione sembrava tirata fuori dal mondo della fantascienza.

La polvere intelligente, di sicuro, resta qualcosa di là da venire. Ma il circolo virtuoso della tecnologia relativa a oggetti sempre più piccoli, veloci ed economici ha raggiunto il punto in cui gli esperti affermano che i sensori potranno presto essere abbastanza potenti da essere l'equivalente di minuscoli computer. Alcuni ambiziosi progetti di ricerca sui sensori fanno intuire in che direzione stanno andano le cose.

L'anno scorso la Hewlett-Packard ha iniziato un progetto che essa ha denominato ambiziosamente “Sistema Nervoso Centrale per la Terra,” un'iniziativa da svilupparsi nel corso di dieci anni per collegare fino a un milione di milioni di sensori-spillo intorno al globo. I ricercatori della H.P., combinando competenze nel campo dell'elettronica e sella nanotecnologia, hanno annunciato a Novembre di aver sviluppato sensori con accelerometri 1000 volte più sensibili dei rivelatori di movimento commerciali utilizzati nei regolatori dei video game Nintendo Wii ed in alcuni smartphone.

L'utilizzo di accelerometri nei prodotti commerciali porta a dei cambiamenti nei costi dei sensori, nota Peter Hartwell, da lungo tempo ricercatore nei laboratori della H.P. Negli anni '80 si è iniziato ad utilizzare gli accelerometri nelle automobili, per rilevare gli scontri in modo da far gonfiare gli air bag. Questa era un'applicazione specializzata e costosa della rilevazione del moto. Ma i sensori economici di oggi, afferma Mr. Hartwell, stanno aprendo la porta ad un utilizzo diffuso, collegando il mondo fisico ai computer come mai era successo prima.

Per ciò che riguarda desktop e centri di elaborazione dati il potere di computazione progredisce inesorabilmente. “Ma è ancora come se il computer fosse un cervello che è cieco sordo e muto rispetto all'ambiente che lo circonda,” dice Mr. Hartwell. “Quello che sta per fare la rivoluzione dei sensori è proprio eliminare questa frattura.”

“La polvere intelligente - ha osservato Joshua Smith, capo ingegnere presso gli Intel Labs di Seattle – per ora è impossiible da realizzare perché senza batterie al momento non funziona. Ma presto questa barriera sarà superata. In futuro, infatti, verranno realizzati sensori intelligenti che potranno gestire volumi di dati ancora più grandi a parità di consumi”.

Sensori muniti di microchip possono essere progettati per monitorare e misurare non solo il movimento, ma anche la temperatura, la contaminazione chimica o i cambiamenti biologici. Le applicazioni per l'informatizzazione basata sui sensori, affermano gli esperti, includono edifici che che gestiscono da soli il proprio utilizzo di energia, ponti che controllano il movimento e la fatica del metallo [sollecitazioni e deformazioni ripetute sulle strutture metalliche possono portare al cedimento - N.d.T.] per segnalare agli ingegneri quando hanno bisogno di essere riparati, autovetture che tracciano gli schemi del traffico e segnalano i buchi nella pavimentazione stradale, carichi di frutta e verdura che segnalano ai negozianti quando maturano ed iniziano ad andare a male.

L'esaurimento dell'energia di alimentazione è stato a lungo il tallone d'Achille dell'informatizzazione basata sui sensori. La polvere intelligente, ha osservato Joshua Smith, un ingegnere capo dei laboratori dell'Intel di Seattle, risultava impossibile perchè i sensori intelligenti avevano bisogno di batterie. Invece che piccoli come un granelli di polvere, egli dice, i sensori sarebbero stati della grandezza dei pompelmi.

Ma l'ostacolo dell'alimentazione, afferma Mr. Smith, si sta rapidamente assottigliando. Progressi nei chip per i sensori stanno portando ad un prevedibile e rapido progresso nella quantità di elaborazione dati che può essere effettuata per unità di energia. Questo, egli dice, aumenta i potenziali carichi di lavoro che i sensori possono gestire e le distanze sulle quali essi possono comunicare — senza batterie.

Alla Intel, Mr. Smith sta portando avanti una ricerca sui sensori che si basa sulla tecnologia commercialmente disponibile per gli RFID (per l'identificazione a distanza) aggiungendo un accelerometro ed un chip programmabile, il tutto in un blocco dell'ordine di grandezza dei millimetri. La sua energia, spiega, può venire o da un lettore a radio-frequenze, come negli RFID, o dalle emissioni energetiche sotto forma di onde elettromagnetiche emesse da parte della televisione, delle radio in FM e dei network connessi con tecnologia senza fili (WiFi ); a riguardo di quest'ultima cosa, egli aggiunge, la Intel sta sviluppando “circuiti che raccolgono energia [dall'ambiente]”.

“La capacità di eliminare le batterie per questi sensori porta la visione della polvere intelligente più vicina alla realtà” afferma Mr. Smith.

In questo modello di informatizzazione i sensori sono dei servitori. Essi esistono per generare dati. E più sensori ci sono, migliore è la qualità dei dati. Una volta estratti ed analizzati, dati migliori dovrebbero permettere alla gente di prendere decisioni migliori su cose molto differenti tra di loro come la politica energetica ed la commercializzazione dei prodotti.

Se l'informatizzazione basata sui sensori decollerà, essa darà luogo alla domanda di una grande quantità di tipologie di hardware e software per registrare, processare e ricercare all'interno dei nuovi oceani di dati delle pepite di conoscenza utile. Questo potrebbe essere quindi una manna dal cielo per il business, con la fondazione di quello che gli analisti chiamano “l'internet delle cose.”.

“Sembra quasi come l'inizio di internet,” dice Katharine Frase, vice presidente per le tecnologie emergenti del settore ricerca dell' I.B.M. “Potete vedere che l'informatica dei sensori sta per diventare importante ed utile, ma non è possibile sapere in anticipo come essa trasformerà le cose.”

I recenti progressi nei sensori indipendenti possono essere impressionanti, ma alcuni ricercatori stanno seguendo una strada differente. “Abbiamo già distribuito in maniera massiccia dei sensori senza fili — sono chiamati telefoni cellulari ” spiega Deborah Estrin, una scienziata dei computer dell'Università della California, Los Angeles.

Ms. Estrin ed i suoi colleghi al Centro universitario per il monitoraggio con Sensori Collegati in Rete [Center for Embedded Networked Sensing] ha sviluppato diversi progetti che utilizzano i cellulari e la gente nell'analisi e nella raccolta di dati. I cellulari, essi affermano, sono strumenti versatili per raccogliere dati e stanno diventando continuamente più potenti — con telecamere, GPS, accelerometri e connettività ad internet. Il loro lavoro è all'avanguardia in un campo emergente chiamato uso partecipatorio dei sensori.

Un progetto comporta la raccolta di dati sul viaggio, il tempo e la posizione, ovvero il loro inserimento su appositi database sul Web per calcolare l'impatto ambientale su una singola persona e la sua esposizione agli agenti inquinanti (peir.cens.ucla.edu). Un altro progetto, in cooperazione col Servizio dei Parchi Nazionali (National Park Service), utilizza un'applicazione degli smartphone per identificare, fotografare e monitorare l'avanzamento di piante infestanti, come la Phalaris Aquatica (Harding grass) e la cicuta, che possono soppiantare le specie locali e minare la biodiversità (whatsinvasive.com).

Ancora un'altra applicazione è quella di Twitter per i dati segnalati dalle persone stesse sulla vita di ogni giorno (your.flowingdata.com) (...) L'uso più comune (...) è stato quello di monitorare la salute personale — abitudini alimentari, peso, pressione sanguigna, livello di glucosio nel sangue ed gli orari del sonno.

Il cellulare è un compagno costante, immediato ed intimo, sempre lì per informarti, ricordarti ed avvisarti. (...) “La potenzialità di aiutare la gente ad operare dei cambiamenti del comportamento ed a migliorare la propria salute è enorme” afferma Ms. Estrin.