mercoledì 24 febbraio 2010

Milano: disastro ecologico nel Lambro per il petrolio fuoriuscito da una fabbrica

Propongo un articolo tratto da repubblica.it, sul recente disastro ambientale nel bacino del lambro...


"Atto doloso", è la prima valutazione. Ed è giallo sulla quantità finita in acqua
Un disastro serio, le cui proporzioni non possono essere al momento valutate, ma il cui impatto con l'ambiente ha già provocato conseguenze visibili: per esempio anatre e germani morti nel fiume Lambro al confine con Milano. E in più, quella che appare al momento una certezza: il dolo. E' questa, in sintesi, la lettura dello sversamento di migliaia di metri cubi di gasolio e petrolio combustibile che si è verificato nei depositi della raffineria Lombarda Petroli di Villasanta, vicino a Monza.

"Disastro ambientale". "Un grave disastro ambientale, conseguenza di un atto criminale ma anche di colpevoli trascuratezze da parte dell' azienda": sono le parole del presidente della Provincia di Monza e della Brianza, Dario Allevi, e dell'assessore regionale all'Ambiente, Massimo Ponzoni. Secondo i primi accertamenti della polizia provinciale, non c'è alcun dubbio che la fuoriuscita degli idrocarburi da tre serbatoi sia stata dolosa. Ma è anche certo che l'azienda non ha collaborato. Opponendo anzi, almeno nelle prime fasi dopo la scoperta del disastro, una certa resistenza all'accertamento dei fatti, cosa che ha ritardato i primi interventi.


Il blitz nella notte. Sono state, quasi sicuramente, persone che sapevano come operare sui macchinari, che hanno aperto le valvole da cui hanno cominciato a uscire tonnellate di gasolio e oli combustibili. La fuoriuscita è iniziata intorno alle 4 del mattino e gli idrocarburi hanno iniziato a defluire nei condotti fognari cha passano sotto i depositi. Alle 7.30 i tecnici del depuratore di Monza hanno notato che dalle fogne arrivava all'impianto una grande quantità di olio combustibile. Risaliti all'origine, hanno avvertito la Protezione civile e si sono recati immediatamente alla ex raffineria (ora adibita a deposito).

I primi interventi. Secondo una prima ricostruzione, i dipendenti non li hanno lasciati entrare, però, dicendo cha stavano provvedendo ad arginare la perdita e hanno mantenuto lo stesso atteggiamento fino all'arrivo dei carabinieri e poi dei vigili del fuoco e delle altre forze dell'ordine interessate dalla natura del disastro: polizia provinciale, Corpo forestale dello Stato e guardia di finanza. Nel frattempo la marea nera aveva invaso il depuratore di Monza e si era riversata nel fiume Lambro.


La moria di animali. Una macchia nera e oleosa, lunga chilometri, ha attraversato i comuni a sud di Monza per poi devastare il Parco Lambro di Milano, dove alcune anatre e germani reali sono stati ripescati letteralmente ricoperti di bitume o morti, per continuare la sua corsa attraverso la provincia di Lodi dirigendosi verso Cremona e il Po. In prefettura a Milano è stata istituita un'unità di crisi che si è messa in contatto con l'autorità di bacino per coordinare gli interventi.

L'intervento a Monza. A Monza, intorno alle 11.30, la fuoriuscita di idrocarburi dai serbatoi è stata bloccata e contemporaneamente è stata arginata anche la perdita degli oli dal depuratore, convogliandoli tutti in un'unica grande vasca. Sono quindi iniziate le stime dei danni: le valutazioni sulla quantità di idrocarburi sversati, dapprima indicata sui 15 mila metri cubi, è stata subito ridimensionata dall'azienda, che ha parlato di 2mila 500 metri cubi. Un dato troppo discorde con le prime valutazioni dei tecnici. Con ogni probabilità la quantità effettiva potrebbe essere tra i 5mila e i 7mila metri cubi.

Il giallo della quantità. E qui i tecnici della Protezione civile regionale hanno riscontrato un'anomalia. Esattamente un anno fa la Lombarda Petroli aveva fatto domanda per uscire dall'elenco delle aziende a rischio soggette alla cosiddetta "normativa Seveso", che vincola gli impianti a particolari norme di manutenzione e sicurezza. Ma per far questo aveva dovuto dichiarare che la quantità di materiale stoccata non era superiore ai 2mila 500 metri cubi: a quanto pare, molto meno di quanto effettivamente fosse. L'area della Lombarda Petroli è destinata a un progetto di riqualificazione e lottizzazione, in parte già avviato sui terreni dell'ex raffineria. Anche l'attività di deposito avrebbe dovuto cessare l'attività a breve per essere poi sottoposta a bonifica.

La bonifica. Una bonifica che ora dovrà essere ben più pesante. E questo potrebbe gettare una luce nuova sui possibili moventi, tra cui non è esclusa una qualche forma di vendetta. Intanto resta la considerazione di Legambiente su quanto accaduto: "Un disastro ambientale senza precedenti per l'ecosistema del fiume Lambro, che ne pagherà a lungo le conseguenze".

Danni all'ecosistema:
I danni causati agli ecosistemi dagli sversamenti di petrolio dipendono da molti fattori tra cui vi sono la quantità, le caratteristiche del petrolio stesso e la sua distribuzione.
Quest'ultima dipende spesso da fattori incontrollabili come i venti o le correnti.
Le caratteristiche chimico-fisiche del petrolio ne determinano la tossicità.
Il petrolio è costituito da un miscuglio di idrocarburi che sono suddivisi nelle seguenti classi:
1) Idrocarburi saturi (alcani, paraffine)
2) Idrocarburi insaturi (alcheni, olefine)
3) Idrocarburi aromatici, tra cui gli IPA (Idrocarburi aromatici policiclici)
4) Cicloparaffine.

A differenza degli altri idrocarburi, tutti gli idrocarburi aromatici sono tossici. In particolare gli IPA sono gli idrocarburi del petrolio più pericolosi per la vita, a causa della loro azione cancerogena.
Altri fattori molto importanti sono le condizioni dell'ambiente, come la salinità, la temperatura dell'acqua e il tipo di costa. Questi fattori influiscono sugli effetti sull'habitat, ma anche sulle procedure di clean-up.
Vi sono infine le caratteristiche biologiche rappresentate cioè dagli organismi che vengono colpiti dal fenomeno.
Queste caratteristiche comprendono la specie, la fase del ciclo vitale (larvale, giovanile o adulto) e la taglia.
La criticità della specie è legata alle caratteristiche della stessa ma anche alla sua funzione e posizione nella catena alimentare.

Fonti: repubblica.it ; fondazionemichelagnoli.it

sabato 20 febbraio 2010

I cellulari causano tumori cerebrali


Traduzione dell'articolo Cellphones Cause Brain Tumors, Says New Report by International EMF Collaborative pubblicato il 25 agosto 2009 sul sito www.businesswire.com.

BERKELEY, California, & SUTTON COLDFIELD, Inghilterra - Un nuovo rapporto “Cellulari e tumori cerebrali: 15 ragioni per preoccuparsi, Scienza, Manipolazione e la Verità dietro Interphone” (Cellphones and Brain Tumors: 15 Reasons for Concern Science, Spin and the Truth Behind Interphone) è stato pubblicato oggi da un gruppo internazionale di attivisti che si occupano di radiazioni elettromagnetiche. Fra i gruppi affiliati che hanno collaborato alla stesura del rapporto vi sono il Powerwatch ed il Radiation Research Trust britannici, e gli statunitensi EMR Policy Institute, ElectromagenticHealth.org e The Peoples Initiative Foundation. leggi il rapporto e le note degli scienziati che hanno avvallato il rapporto [in inglese].

Tale rapporto discute la ricerca sul rapporto tra i cellulari ed i tumori cerebrali concludendo che:

* C'è il rischio di sviluppare tumori cerebrali a causa dell'uso di telefoni cellulari
* Gli studi finanziati dalle Telecom sottostimano il rischio di tumori cerebrali
* I bambini hanno una maggiore probabilità degli adulti di sviluppare tumori cerebrali

Lo studio Interphone, iniziato nel 1999, aveva come intento quello di determinare il rischio di insorgenza dei tumori cerebrali, ma la sua pubblicazione integrale è stata ritardata e rinviata per anni. Le parti di questo studio pubblicate fino ad ora rivelano quello che gli autori [coloro che criticano la serietà dello studio Interphone - N.d.T.] definiscono una ‘sistematica alterazione dei dati’, che sottostima notevolmente il rischio di tumori cerebrali.

I vizi strutturali includono la definizione dei soggetti che hanno utilizzato telefoni portatili (che emettono le stesse radiazioni a micro-onde dei cellulari) come ‘non esposti’; l'esclusione di molti tipi di tumori [dei quali lo studio non ha conteggiato i casi, di modo tale che venisse sottostimato ovviamente il conteggio totale - N.d.T.]; l'esclusione delle persone che erano morte, o che erano troppo ammalate per essere intervistate a causa del tmore cerebrale di cui soffrivano; ed esclusione [dal conteggio dei casi di tumore] dei bambini e dei giovani, che sono i più vulnerabili.

Il dottor Ronald B. Herberman, MD, Direttore Emerito dell'Istituto dei Tumori dell'Università di Pittsburgh ha affermato:

“Basandomi sulle prove sostanziali, provenienti specialmente da studi indipendenti dalle aziende, che l'esposizione duratura alle radiofrequenze può portare all'aumento del rischio di sviluppare tumori cerebrali, lo scorso anno ho emanato una raccomandazione precauzionale alla facoltà ed al personale dell'Istituto dei Tumori dell'Università di Pittsburgh.

Da allora la mia particolare preoccupazione sull'esposizione dei bambini alle radiofrequenze é stata supportata da un rapporto del Dr. Lennart Hardell. Alcuni dei miei colleghi scientifici hanno espresso scetticismo sugli effetti biologici riportati, specialmente riguardo al danneggiamento del DNA causato dalle radiofrequenze, a causa dell'assenza di un meccanismo molecolare noto che potesse spiegare il fenomeno.

Tuttavia, basandomi sul principio di precauzione, io credo che sia più prudente prendere sul serio i rapporti provenienti da diversi ricercatori che affermano che le radiofrequenze possono danneggiare il DNA ed aumentare il rischio di tumori cerebrali, e credo che le agenzie indipendenti dalle aziende farebbero meglio a procurarsi i fondi necessari ad effettuare ricerche approfondite sulle basi molecolari di tali effetti.”

Lloyd Morgan, autore di rilievo e membro della Bioelectromagnetics Society (Società Bio-elettromagnetica) afferma:

“L'esposizione alla radiazione dei cellulari è il più grande esperimento mai realizzato sulla salute umana, senza consenso informato, ed ha circa 4 miliardi di persone iscritte.

La scienza ha mostrato l'aumento di rischio di insorgenza di tumori cerebrali causati dall'utilizzo di cellulari, così come per i tumori all'occhio, alle ghiandole salivari, ai testicoli, per i linfomi non-Hodgkin e per la leucemia.

I cittadini devono essere informati.”

Gli scienziati internazionali che sostengono “Cellulari e tumori cerebrali: 15 ragioni per preoccuparsi, Scienza, Manipolazione e la Verità dietro Interphone,” sono Ronald B. Herberman, MD, Direttore Emerito dell'Istituto dei Tumori dell'Università di Pittsburgh; David Carpenter, MD, direttore dell'Istituto per la Salute e l'Ambiente dell'Università di Albany; Martin Blank, PhD, Professore associato di Fisiologia e Biofisica Cellulare dell'Università della Columbia; Professor Yury Grigoriev, Presidente del Comitato Nazionale Russo per la protezione dalle radiazioni non-ionizzanti, e molti altri.



Contatto statunitense: Lloyd Morgan - Tel: +01 510 841 4362 - E-mail: bilovsky(at)aol.com

Contatato britannico: Alasdair Philips - Tel: +44 (0)1353 778422 - E-mail: alasdair(at)powerwatch.org.uk